In che modo Giselle di Akram Khan invita a riflettere sulla lotta delle donne contro la disparità di genere?
La lotta per i diritti e la libertà delle donne è uno degli argomenti più seguiti e discussi degli ultimi anni. Nel corso dei secoli, la condizione delle donne nella società ha subito diversi cambiamenti a seconda dell’evoluzione di fattori storico-politici e sociali.
Quando un balletto classico iconico come Giselle (1841) viene rivisitato in circostanze più contemporanee, bisogna considerare anche l’evoluzione delle esigenze del pubblico. Il lavoro viene esposto alle odierne interpretazioni, totalmente differenti da quelle dell’epoca di esordio.
Attraverso questo articolo vogliamo analizzare la versione moderna di Giselle del coreografo britannico Akram Khan (2016). Concentrandoci sulla trasformazione della protagonista femminile, il cui atteggiamento cambia grazie alla sua proiezione in un contesto storico più evoluto. L’analisi di questi cambiamenti è guidata da un gender framework che consentirà di comprendere come e perché Giselle di Akram Khan invita a riflettere sul processo di emancipazione delle donne da un punto di vista sociale.
Il ballerino e coreografo britannico Akram Khan ha presentato la sua versione del balletto romantico Giselle con l’English National Ballet nel 2016, presso il Manchester Palace Theatre. Khan riesce a coniugare l’aspetto suggestivo e tradizionale della danza Khatak con la danza contemporanea e il balletto classico, stravolgendo l’originale versione coreografica del 1841 di Jean Coralli e Jules Perrot.
L’artista inglese rinnova l’ambientazione del balletto originale trasformando la protagonista contadina vissuta nella Germania medievale in un’operaia impiegata del 21° secolo, sfruttata in una squallida fabbrica tessile e confinata dietro un alto muro che la separa dai ricchi proprietari terrieri. L’atteggiamento consapevole di questo personaggio è il primo concetto che porta ad una riflessione sul processo di emancipazione della donna. Molti dei balletti classici più famosi rispecchiano la linea di pensiero dell’epoca storica a cui appartengono ed è per questo che, per i valori delle epoche passate, è possibile notare spesso un’associazione del femminile con il privato e il domestico e del maschile con il pubblico e la collettività.
Nel primo atto della versione originale, Giselle appare nella vita quotidiana del suo mondo privato, sola con la madre in un ambiente contadino e domestico. In alternativa, la nuova versione di questo personaggio mostra una lavoratrice che vive in una grande comunità con cui condivide la routine lavorativa e i sentimenti che nascono a causa delle ingiustizie sociali basate sulla classe di appartenenza. Khan mira a rappresentare Giselle come una forte leader e dunque, grazie al suo atteggiamento consapevole si dimostra una donna emancipata, pronta a correre dei rischi per difendere i propri diritti.
Il secondo atto si svolge nel bosco notturno delle Villi. Queste creature appaiono arrabbiate, vendicative e incapaci di perdonare gli errori degli uomini. Khan sottolinea il carattere forte, determinato e vendicativo delle Villi che utilizzano canne di bambù per riprodurre il repertorio classico esplorando nuove qualità costituite da movimenti forti e suggestivi che lasciano quasi intuire un’arte marziale.
Le Villi, Jean Coralli e Jules Perrot (1841)
Uno dei cambiamenti più importanti apportati da Akram Khan è rappresentato dall’utilizzo delle scarpette da punta. Conformemente ad un’interpretazione classica, le punte influenzano l’immagine sublime di una prima ballerina che appare così più elegante e aggraziata nelle variazioni del repertorio classico. Al contrario, Khan le introduce per sottolineare l’arrivo delle Villi. Attraverso questa scelta estetica riesce ad accentuare maggiormente la dimensione dell’aldilà di queste fantastiche creature, così elevate fisicamente e simbolicamente.
Secondo alcuni studi antropologici, la capacità di perdonare rappresenta una grande virtù. Ma contrariamente a questa affermazione, le creature designate dal coreografo britannico non si dimostrano affatto immorali. Queste donne ultraterrene vogliono rappresentare la lotta ad un sistema patriarcale basato sulla costruzione di immagini stereotipate di ruoli maschili e femminili. Akram Khan espone Myrtha, regina delle Villi, come simbolo di emancipazione femminile e lotta alla disparità di genere.
Grazie a numerose campagne per l’uguaglianza di genere, a partire da Le Suffragettes (1920), al Movimento #MeToo (2017), le donne ora hanno una grande speranza nella possibilità di raggiungere un mondo più equo e poiché i valori sociali sono già cambiati, anche il pubblico teatrale presenta nuove esigenze.
Ispirato dai valori promossi da queste campagne per l’uguaglianza di genere, anche lo stesso Khan ha sicuramente trasformato il balletto romantico di Giselle in un capolavoro del nuovo millennio proiettando la storia in un contesto storico diverso in cui compaiono nuovi ideali e teorie sociali. I personaggi femminili sono spesso eroi non riconosciuti ed così che la sua Giselle si trasforma in un una figura di forza e resistenza, pronta ad affrontare l’oppressione dei potenti e l’interferenza dei valori morali della società.