Siamo nel nuovo millennio e tutti corriamo freneticamente verso una direzione, che raggiungiamo inseguendo una strada piena di luci, attratti da curiosi oggetti multiformi che talvolta ci distraggono dalla nostra vera meta. In questa corsa pesante e faticosa a volte ci perdiamo, credendo di aver fatto bene ad ignorare quel bivio sconosciuto, proseguendo fedeli nella identica marcia alienante di tutti i giorni. Così ognuno traccia il proprio percorso, noncurante di invadere i fili dell’esistenza di qualcun altro, e forse dimenticandosi di dare un’occhiata dentro di sé.
In questa enorme strada che ci conduce verso l’omologazione e l’appiattimento emotivo, si può scorgere un vicolo poco frequentato, angusto, in cui lo spazio costretto fra i lati della via aumenta ogni volta che il passante raggiunge maggior coscienza di sé. Il contatto con la propria interiorità si ravviva, come il fluire del pensiero guidato dalla letteratura, il fulcro di questa scoperta. In questo sentiero costellato da frammenti smarriti, o mai conosciuti, ci illuminano la via i funamboli della parola: gli scrittori, che saltano sul cuore per insediarsi nella mente, finendo in una magia che svela ciò che di più sincero risiede in ognuno di noi. Ecco che emergono la singolarità, il sentimento, la percezione, le esperienze e le vite, estrapolate dalla forza della parola.
L’opera con cui si aprirà questo percorso ha un duplice titolo. L’autore, prima della sua morte improvvisa, lasciò solo quello in inglese, che ben si proietta nella realtà odierna: “Six memos for the next millennium”. Per l’edizione italiana si scelse di adottare “Lezioni americane”.
Italo Calvino in questo notevole ed illuminante saggio, pubblicato postumo nel 1988, disegna una mappa della letteratura, delineando un panorama immenso di poliedricità narrativa, stilistica e poetica. Lo scoiattolo della penna elabora sapientemente sei proposte (che poi saranno cinque) in vista del nuovo millennio, servendosi della letteratura in modo concreto, evocando narratori e poeti che hanno lasciato un profondo segno nella storiografia letteraria.
Le six memos designate sono: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e “consistency” (l’ultima lezione è solo abbozzata). Le cinque proposte rappresentano delle qualità della letteratura da tenere in considerazione per il duemila, come fari che guidano l’uomo nel labirinto astruso della comunicazione odierna.
Nell’introduzione Calvino scrive: “Forse il segno che il millennio sta per chiudersi è la frequenza con cui ci si interroga sulla sorte della letteratura e del libro nell’era tecnologica cosiddetta postindustriale.”; proseguendo afferma: “La mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la letteratura può dare coi suoi mezzi specifici.”. In modo profetico Calvino esprime una paura che tutt’oggi pervade la coscienza di chi è sensibile al cambiamento. La tecnologia in sé non è un nemico annientatore della letteratura, quanto più invece è l’uomo stesso che si inibisce di fronte all’ondata magnetica del materialismo. Come si possono fronteggiare la mercificazione della parola, lo smarrimento dell’io, l’impatto traumatico con la società moderna? Il riparo più sicuro è probabilmente quello più inaspettato: un libro che ci protegge il capo mentre piove sinteticità emotiva.
Con sagace maestria Italo Calvino tesse un fil rouge tra autori d’ogni epoca che hanno indagato circa il valore della vita e della letteratura. Lo sguardo interiore che intercetta la realtà problematica e dissacrante, viaggia di secolo in secolo, per desumere, infine, l’esistenza di principi che possono rallentare la velocità con cui il presente corrode avidamente l’integrità dell’arte del sentire.
Con “leggerezza pensosa” si sottrae “la pesantezza del mondo” , planando dall’alto per rappresentare la realtà sfuggendo al “cimitero d’automobili arrugginite”, utilizzando uno stile leggiadro, suggestivo e d’impatto. Alla rapidità del dinamismo mentale che si districa nel tempo reale, e l’esattezza che dev’essere stimolante contro la spersonalizzazione del linguaggio si affiancano la visibilità e la molteplicità. Questi ultimi due valori indicano rispettivamente la corrispondenza figurale a cui rimandano le parole e “il saper tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo”.
Nel passo conclusivo del capitolo dedicato alla molteplicità, Calvino scrive: “Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.”
Incoraggiante verso l’indagine sulla vitalità dei classici, ma non solo, questo libro invita il lettore a decidere della sua sorte: se applicare questi post-it letterari, se attaccarli sul muro o imprimerli sulle note del cellulare. Il percorso verso una rilettura più consistente del secolo passato, per imparare a camminare nel groviglio caotico del presente, è iniziato. Benvenuti sulla 900Avenue.