Lo scorso 12 dicembre si è conclusa la stagione di Formula Uno più avvincente della cosiddetta Hybrid Era. Lewis Hamilton e Max Verstappen sono stati i protagonisti assoluti, combattendo per il titolo fino all’ultimo giro. Riviviamo insieme i momenti salienti di una stagione che è sembrata infinita e piena di colpi di scena.
L’intensità è stata massima già dallo scoppiettante Gran Premio del Bahrain, dominato dalla Red Bull ma deciso da un errore di valutazione di Verstappen. Max, deciso come d’abitudine, ha allargato troppo la traiettoria nel suo sorpasso su Hamilton, venendo costretto a restituire la posizione, e di conseguenza la vittoria, all’inglese. L’olandese ha fatto i calcoli molto meglio al Gran Premio dell’Emilia-Romagna di Imola, portando a casa un primo posto grazie ad una staccata aggressiva, al limite, in curva uno. Fin da subito, il campione in carica ha potuto saggiare il coraggio e la determinazione del suo contendente.
Dopo le due ottime vittorie Mercedes a Portimão e Barcellona, la Red Bull ha messo in chiaro che quest’anno avrebbe fatto sul serio per il titolo iridato: cinque vittorie nelle successive cinque gare, di cui quattro di Verstappen (da Monaco al doppio appuntamento di Spielberg, passando per Le Castellet) ed una, rocambolesca, di Checo Perez a Baku. Un dominio pressoché totale, che ha fatto arrivare Hamilton al Gran Premio di Silverstone con un distacco netto dalla prima posizione della classifica piloti, ma anche con tanta voglia di trionfare a casa sua.
Forse troppa voglia, che lo ha portato a superare il suo limite impattando in curva nove con Max. Un contatto violentissimo, che è già diventato iconico: secondo le analisi tecniche, l’olandese ha centrato le barriere ad una velocità di circa 300 km/h, per fortuna senza polemiche. In una fitta nube di polemiche, Hamilton porterà a casa 25 punti in quella gara.
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In Ungheria e nei Paesi Bassi i due hanno dato spettacolo, con Verstappen a trionfare addirittura doppiando tutti tranne le Mercedes davanti al pubblico amico. In mezzo, però, c’è stato il pietoso spettacolo del Gran Premio del Belgio, in cui i piloti si sono portati a casa punti dimezzati dopo appena due giri dietro alla safety car: una gara fantasma, mai corsa per davvero a causa della pioggia incessante, diventata una pagina nera della storia di questo sport.
La lotta per il titolo è andata comunque avanti con scontri fino all’ultimo centimetro, e a volte anche oltre: è il caso di Monza, quando i due si sono ritrovati letteralmente uno sopra l’altro nella ghiaia fuori dalla prima chicane. Max ha visto Lewis uscire dai box e ha provato a prendere la posizione restando ruota a ruota per metà variante, ma lo spazio è finito ed inevitabilmente è arrivato il contatto, con la strana dinamica che ha visto il posteriore della Red Bull finire sopra al casco dell’inglese. Il tutto si è risolto in un doppio ritiro, ma senza l’Halo staremmo probabilmente parlando di una tragedia.
Anche su questo episodio sono montate le polemiche, ma dalla direzione gara è arrivata una punizione esemplare: tre posizioni di penalità per Verstappen nel Gran Premio di Sochi, dove Lewis ha conquistato un trionfo facile. Le tre gare successive hanno visto l’olandese protagonista, fino al Gran Premio del Brasile. A Interlagos la sprint race ha giocato un ruolo fondamentale: Hamilton è arrivato con un motore nuovo, dovendo incassare così una penalità. Costretto a partire ultimo, è riuscito a dominare la gara breve arrivando quinto. In gara l’inglese è stato ulteriormente retrocesso al decimo posto in griglia, ma grazie ad una vera e propria masterclass ha centrato la prima posizione dando dieci secondi di margine a Verstappen. Questo sprint Mercedes è perdurato anche nel bis mediorientale Doha-Jedda, in cui Hamilton è riuscito a trionfare e a chiudere il gap in classifica generale, arrivando all’ultimo scontro esattamente a pari punti col rivale.
Da lì, per tutta la gara l’olandese è stato costretto a rincorrere Hamilton, in apparente controllo, fino all’incidente di Latifi, che ha causato l’ingresso della Safety Car ad una manciata di giri dalla conclusione.
Questo è il momento chiave dell’intera stagione: la Red Bull gioca il tutto per tutto e decide di chiamare Max ai box per montare gomme soft, mentre Hamilton rimane fuori con le usuratissime medie, non avendo la certezza di poter effettuare un pit stop senza perdere la posizione a favore dell’olandese.
Per un attimo la stagione sembra potersi chiudere – tristemente – dietro le luci arancioni della macchina di servizio, ma durante il penultimo giro la FIA ordina alla SC di rientrare lasciando ancora un giro di gara e trasformando Verstappen, secondo ma con una mescola decisamente più performante, nel favorito assoluto. Infatti, alla prima occasione utile lo sfidante infila il campione e conquista la decima vittoria stagionale, assieme alla vetta della classifica piloti.
La festa, però, è inizialmente rimandata, in un post-gara turbolento come non se ne erano mai visti: Mercedes decide di portare alla FIA due ricorsi per protestare contro la caotica gestione del finale di gara da parte del direttore di corsa Michael Masi. I ricorsi vengono respinti dopo diverse ore, certificando ufficialmente il primo titolo mondiale della carriera di Max Verstappen. Gli strascichi, però, non sono finiti negli Emirati Arabi: all’annuale festa della FIA, in cui si assegnano i premi per la stagione, la Mercedes ha deciso di non portare le vetture che hanno vinto il titolo costruttori della Formula Uno e della Formula E.
Mentre ci lasciamo alle spalle un 2021 da cinema, è già tempo di guardare ad una rovente nuova stagione di Formula 1.