L’elezione della più alta carica dello Stato rappresenta uno degli appuntamenti politici salienti del 2022, e momento centrale per il funzionamento della Repubblica.
La Costituzione si occupa del Presidente della Repubblica all’interno della Sezione II, Titolo II, più precisamente agli articoli 83-89, delineando le modalità di elezione del Capo dello Stato, le sue funzioni, il suo rapporto con gli altri organi della Repubblica e le sue responsabilità. Il Presidente della Repubblica è tradizionalmente individuato come garante della Costituzione, una sorta di ombra sopra tutti gli altri poteri dello Stato. Il suo compito è quello di verificare lo stato di salute della Repubblica, che passa in prima battuta per il rispetto della Costituzione e delle procedimentalizzazioni da essa individuati.
Per ciò che riguarda l’elezione del Presidente della Repubblica, in coerenza con la scelta dei padri costituenti di dar luogo ad una democrazia parlamentare (a oggi in grave crisi), delineano un’elezione cosiddetta di secondo grado – che non coinvolge in prima battuta i cittadini, ma i loro rappresentanti.
In particolare, il Presidente della Camera, 30 giorni prima della scadenza del mandato del Presidente in carica, convoca il Parlamento in seduta comune (315 senatori, 6 senatori a vita, 630 deputati), a cui si aggiungono 3 delegati regionali per ciascuna Regione. Fa eccezione la Valle d’Aosta, a cui è riservato un unico delegato. In totale, si raggiunge quindi la quota di 1009 membri. Come recita l’art. 83, comma 3 «l’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi della assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta».
Pertanto, i singoli membri coinvolti vengono chiamati a scegliere un nome, nel rispetto del segreto della scelta di ciascuno e senza alcun tipo di vincolo, con l’unica condizione che si tratti di un cittadino over 50 che goda dei diritti civili e politici (art.85).
Se nella prima seduta un nome raggiunge un numero di voti pari alla maggioranza dei due terzi dell’assemblea (672 voti), la persona risulterà eletta. Diversamente, sarà necessario procedere ad una nuova votazione. A partire dalla quarta, quindi dopo il fallimento di tre successive votazioni, per eleggere il Capo dello Stato sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dell’assemblea, che corrisponde alla metà più 1 dei componenti dell’assemblea, 505 voti. Ad oggi, considerando il grado di frammentazione del Parlamento e la solita, apparente incertezza sulla figura su cui ciascuna forza politica punterà realisticamente le proprie fiches, è lecito attendersi questo scenario.
Purtroppo, nemmeno l’elezione del tredicesimo Presidente della Repubblica resterà immune alla pandemia di Covid-19. Le votazioni saranno inevitabilmente condizionate dalla crescita dei contagi in corso da settimane nel Paese; perciò, l’esigenza di evitare assembramenti ha fatto si che le modalità di voto cambiassero.
In particolare, il voto in seduta comune sarà diviso su più turni da 50 elettori, al momento dello spoglio potranno essere presenti contemporaneamente al massimo 200 parlamentari, scelti dai vari gruppi, più ulteriori 106 tra deputati e senatori, che potranno sedere sulle tribune.
Le schede di voto non saranno compilate nel tradizionale catafalco, formato da cabine in legno poste al centro dell’aula per assicurare la segretezza del voto, ma in cabine molto probabilmente prive di tendine, ma dotate di un sistema per garantirne l’areazione.
Cambieranno anche le tempistiche del voto, per dare il tempo di sanificare e arieggiare gli spazi si terrà un solo scrutinio al giorno, a differenza dei molteplici degli anni passati.
Infine, l’impatto più rilevante riguarda il numero di grandi elettori che potranno effettivamente partecipare alle votazioni. Tra isolati, quarantenati e sprovvisti di super green pass si contano – se le assenze dovessero rimanere su questo livello – circa 40 assenti, e visti i voti a disposizione degli schieramenti in campo, oltre all’incertezza sulle previsioni, questi numeri potrebbero influire in maniera rilevante sul risultato finale.
Negli ultimi giorni è emersa la possibilità di introdurre il voto a distanza per l’elezione del successore di Mattarella, modalità che però ha trovato poco consenso fra le forze politiche e ha diviso anche i costituzionalisti.
Il Presidente della Camera ha già convocato il Parlamento in seduta comune per il 24 gennaio, ore 15. Non resta che mettersi comodi e preparare i popcorn. O, se si andasse per le lunghe, un negroni…