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Disabilità: l’Italia deve ancora fare strada

In Italia, le persone con disabilità sono circa 3 milioni e 150 mila (il 5,2% della popolazione); di questi, il 29% vive da solo, appena il 43,5% dispone di una rete di relazioni sociali a cui fare riferimento in momenti di bisogno e, secondo l’Istat, oltre 600.000 persone vivono in una situazione di grave isolamento.

Il 3 marzo 2009 è stato firmato il primo importante atto internazionale per la tutela delle persone disabili. La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia, mira a costruire una società inclusiva, e affida alla politica e alla legislazione il compito di garantire ai disabili il godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Passati ormai 13 anni, a che punto si trova l’Italia nel processo di inclusione ed integrazione?

Sempre nel 2009 sono state trasmesse dal MIUR le Linee Guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, un documento normativo con criteri organizzativi per favorire l’inclusione che, per certi versi, ha rappresentato un vero e proprio spartiacque nell’evoluzione dell’integrazione scolastica italiana. Anche se attraverso un processo piuttosto lento, ha portato comunque al raggiungimento di traguardi che vedono l’aumento di anno in anno del numero di studenti disabili iscritti. Nell’anno scolastico 2020/2021 sono più di 300mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane (pari al 3,6%), circa 4mila in più rispetto all’anno precedente (+2%).

Secondo il report Istat, risalente a gennaio 2021, il lavoro da fare sulle infrastrutture però è ancora molto: solo il 32% delle scuole non presenta alcuna barriera motoria, dato che scende al 16% se si considerano anche le barriere senso-percettive, ed appena il 2%, invece, garantisce tutti gli ausili senso-percettivi necessari per orientarsi all’interno del plesso. Dati che fanno comprendere come l’esperienza scolastica di soggetti con disabilità non sia affatto esaustiva ed anzi, molto più complessa del dovuto.

All’interno del corpo scolastico continua a crescere il numero di insegnanti di sostegno ma uno su tre non ha una formazione specifica, ovvero sono docenti selezionati dalle liste curricolari per far fronte alla carenza di figure specializzate.

L’arrivo del Covid-19 ha messo a dura prova il processo di inclusione ed integrazione. Gli effetti delle misure di restrizione e il distanziamento sociale hanno influito su vari aspetti della vita quotidiana dei disabili e delle loro famiglie. Con l’esplodere del contagio sono stati chiusi tutti i centri diurni, molti disabili sono rimasti confinati in casa senza assistenza, le persone con scarso tessuto di relazioni sono state abbandonate.

Dal punto di vista scolastico, la didattica a distanza (DAD) ha reso più complesso il processo d’inclusione, ostacolando l’interazione tra i coetanei e riducendo la partecipazione alle lezioni.

Il lockdown ha inoltre limitato l’interazione con figure professionali fondamentali per il sostegno e la cura del disabile e l’eccessiva lontananza dalla vita sociale della comunità ha aumentato il rischio di danni non indifferenti e difficilmente sanabili in termini di regressione delle competenze psicosociali acquisite e perdita di autostima conquistata in condizioni di vita normale. Il risultato è stato un inesorabile aumento del senso di solitudine ed abbandono.

Inoltre, in Italia solo il 31,3% delle persone tra i 15 e i 64 anni ha un posto di lavoro. La scarsa occupazione lavorativa allontana il raggiungimento di una vita indipendente per i disabili.

Il lavoro è fonte di rapporti sociali, di scambio e di confronto ed è forse il modo più evidente per combattere la discriminazione culturale e sociale. È importante dunque promuovere, nella società e nelle realtà produttive, la cultura dell’inclusione: la consapevolezza del valore aggiunto che la persona disabile può apportare.

Nel marzo 2022 sono state rilasciate le Linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità con l’obiettivo di delineare un sistema di inclusione lavorativa e percorsi di integrazione sociale.

In tutta Italia, comunque, si muovono associazioni ed agenzie che si impegnano nel collocamento di soggetti con disabilità, adattando le loro caratteristiche al lavoro che più si addice. Ne è un esempio l’agenzia non profit ANDEL che promuove l’inserimento attraverso servizi di formazione, orientamento e accompagnamento al lavoro.

Lo sport riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo psicofisico. È un’opportunità di crescita, un modo per acquisire autonomia, per rafforzare l’autostima, per integrarsi nel contesto sociale. Purtroppo, rispetto alla totalità (pari a 3 milioni e 150mila), ancora 2 milioni di soggetti con disabilità non praticano sport. Uno dei principali motivi è proprio l’assenza di infrastrutture adatte ed accessibili, oltre alla mancanza di istruttori adeguati e con competenze. È compito dei comuni, ma soprattutto del CONI, impegnarsi al massimo per rendere accessibili a chiunque palazzetti, stadi, impianti sportivi.

Le barriere architettoniche costituiscono un grosso ostacolo per persone disabili e anziane, ma anche per genitori con passeggini. Le città e le infrastrutture italiane non rappresentano il miglior esempio di accessibilità, tanto che la Legge di Bilancio 2022 ha introdotto il bonus barriere architettoniche per sollecitarne l’eliminazione.
Basti pensare che soltanto il 37,5% dei musei italiani può ricevere persone con gravi limitazioni motorie ed appena il 20,4% offre materiali adatti alle persone con disabilità sensoriali o percettive.

Ma quando parliamo di barriere non dobbiamo soffermarci solo su quelle architettoniche: le persone con disabilità vivono in un mondo fatto di barriere relazionali, pregiudizi, discriminazione, disuguaglianza. Perciò è di fondamentale importanza la cultura della disabilità, l’educazione alla diversità come elemento che rende unico l’individuo e perciò speciale.

Questo è il momento della storia in cui la generazione Z, deve prendere in mano il proprio futuro, affinché sia libero da discriminazioni, in nome di una vera inclusione che non lasci indietro nessuno, permettendo a tutti di avanzare assieme: senza barriere.