Tra le cose che ogni post-millennial (o Gen Z, se preferite) dovrebbe fare senza dubbio nei suoi primi 20 anni viaggiare all’estero per esplorare una cultura straniera e partecipare a un festival musicale.
I festival musicali, gli eventi, le manifestazioni sono linfa per mantenere viva la cultura di una città o di un Paese, ma non solo: il potere della musica è uno strumento incredibilmente importante che valorizza ed arricchisce l’esperienza umana.
Alcuni studi dimostrano che la musica ha un effetto sulla mente e sulla salute generale degli ascoltatori, merito delle reazioni chimiche scatenate nel nostro cervello dalle note delle canzoni. Suoni piacevoli provocano il rilascio di dopamina, che è l’ormone del benessere: ecco perché ci sentiamo così euforici ogni volta che la nostra canzone preferita di Beyoncé esce alla radio.
Le origini dei festival musicali risalgono all’antica Grecia, dove tali eventi spesso prevedevano gare di musica, arti e sport. I festival di musica moderna negli Stati Uniti sono nati dallo spirito e dall’etica di Woodstock, che il 17 settempre 1969 registrò la presenza di mezzo milione di persone. Gli spettacoli dal vivo sono più di un semplice divertimento: sono un’esperienza culturale, possono influenzare le persone e plasmare le città che li circondano. Cosa sarebbe New Orleans senza la sua storica scena jazz? Dove sarebbe il grunge rock senza i primi concerti nei garage di Seattle? Riuscite a immaginare un mondo senza il flamenco? O il Messico senza i Mariachi? Molti dei generi che conosciamo e amiamo non sarebbero mai decollati senza la cultura identificativa degli spettacoli dal vivo che li hanno accompagnati sin dalla nascita.
I festival sono il riflesso della continua evoluzione di ideologie culturali, che sembrano evadere dall’epoca a cui appartengono. Tra le persone che creano la collettività, le installazioni che creano l’esperienza e il luogo esistente che viene trasformato per sempre, il festival rimane un’utopia in cui possiamo, anche se solo per pochi giorni alla volta, vivere in un mondo migliore. In quella piccola finestra temporale, l’assistere ad una performance live è un atto che può avere i più diversi connotati: l’incontro con un mondo nuovo o familiare, una fuga, una tregua, uno sfogo della fantasia, un esperimento di comunità.
La funzione più importante dei festival è però quella di guidare l’innovazione: la tendenza a sfidare costantemente le norme, le tecniche, i metodi contemporanei e le visioni culturali, tipica dei grandi eventi, è essenziale per far nascere nuovi stimoli e continuare a modellare le future interazioni tra musica, arte e tecnologia.
In quanto generazione social, abbiamo bisogno di opportunità per celebrare la collettività. Dai tour sold-out degli stadi al musicista con chitarra acustica in una stazione della metro di Londra, la musica dal vivo consente di sentirci in contatto con gli altri in un modo unico e bellissimo, annullando gli stati di stress e facendoci sentire bene con noi stessi.
Per mesi, i fan sono stati relegati a guardare i loro cantanti e musicisti preferiti su Zoom o tramite webcast. Ora gli spettacoli dal vivo, dai festival come Lollapalooza ai musical di Broadway, sono ufficialmente tornati. I migliori festival musicali del mondo sono tornati in pompa magna: Glastonbury, Tomorrowland, Coachella, Primavera Sound, UMF e molti altri, nei continenti di Europa, Nord America, Sud America, Africa e Asia. Qualunque sia il tuo genere – EDM, rock, hip-hop, pop o metal – c’è un festival su misura per tutti.
La verità è che abbiamo bisogno di musica dal vivo perché ci fa bene. Fa bene alla comunità e alle relazioni con gli altri. Ci rende persone più felici, più sane e più empatiche. L’estate rappresenta la stagione dei festival musicali per eccellenza. Biglietto in mano, zaino in spalla, birra gelata: non vi resta che tuffarvi nella folla.