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Madreperla è un cimelio del passato che brilla nel presente

Negli ultimi quindici anni, Guè non ha mai fallito l’appuntamento con un nuovo album, abituando i fan dell’Hip Hop italiano, arrogandosi lo status di uno dei rapper più prolifici, pur senza mai perdere in qualità ed originalità. Per l’ex-Club Dogo, ha fatto rumore dunque un 2022 passato senza uscite ufficiali esclusi i numerosi featuring. In realtà, si trattava solo di una lunga rincorsa per dare vita a Madreperla. Un lavoro non studiato per colpire le grandi masse bensì per fare emozionare i vari fan del genere, in cui, a braccetto con un’altra leggenda come Bassi Maestro, Guè ha rispolverato i suoni che caratterizzavano i primi anni 2000.

Il track by track di Madreperla

Il disco apre con Prefissi. Boom bap che suona retrò; non è affatto un problema. Il ritorno alle radici suggerito dalle note di Bassi Maestro ispira il guercio a rivivere su alcuni passi della sua carriera, osservandoli a posteriori con la corona sul capo. Le rime arrivano dritte, una dopo l’altra. L’idea è quella di elencare una serie di verità scomode, usando come stratagemma lessicale i prefissi in giro per il mondo.

Tuta Maphia svela il primo feat di Madreperla: Paky. Inevitabile il riferimento ad un’altra tuta famosa, di felpa presente in Vero. Brano pesante da hipster intenditori.

Avanti, in Mi Hai Capito O No? Guè è fresco, rilassato, così rombante che lo senti uscire da una cassa di una decappottabile impomatata sulle strade di Miami degli anni ’80. Il ritornello, d’altronde, arriva da un pettinatissimo Rosalino Cellamare, in arte Ron, del 1983.

Balzando in avanti di un paio di ere musicali, si arriva a Cookies N’ Cream, quarta traccia del disco. Suona come una discoteca dei primi Duemila, e sembra studiata a tavolino per i temibili nuovi trend di TikTok. Anna e Sfera Ebbasta cavalcano piuttosto bene la base: d’altronde, siamo ufficialmente nel loro territorio.

Need You 2Nite con Massimo Pericolo è quello che Andrea Galeazzi chiamerebbe best buy dell’album. Alessandro, sempre quello di Brebbia del bagno di Marra, consegna una strofa che funziona. Bassi tiene alta l’atmosfera anni 80′ che rivediamo nei suoi ultimi progetti elettronici. Il Guercio ospita musicalmente entrambi nel suo salotto privato dell’hotel diretto da Jerry Calà che abbiamo visto nel trailer.

Léon (The Professional) è l’ennesimo tributo di Gué a donne e cocaina. Un altro regalo agli amanti dello stile gangsta più volte proposto dal rapper milanese.

Arriviamo alla traccia numero sette: Free con il socio Marracash e Rkomi. Il primo canta un ritornello hip-hop e il secondo torna alle origini, liberandosi della patina pop e restituendoci un brano riflessivo con la stessa intensità di quando era partito all’interno del game.

Mollami Pt2, che viene subito dopo, è un’altra hit da club. Scelta come primo singolo estratto dal disco, è già in alta rotazione in radio con la complicità di Ini Kamoze e la sua immortale Here Comes The Hotstepper.

Lontano Dai Guai con Mahmood, insieme a un altro paio di canzoni, è la prova di maturità che ricercano spesso i critici di settore: Guè sa rappare ovunque. Anche se non canta mai riesce ad inserire brillantemente le sue strofe in ogni contesto.

In Chiudi Gli Occhi le strofe che si susseguono sul beat di Bassi con campionamento tratto dai Tiromancino: il risultato è molto piacevole. Approvata.

Da 1K in Su, invece, parla coi nerd del genere con l’unico (pesantissimo) featuring internazionale del disco. Ancora gangsta rap all’americana, una delle cifre stilistiche più consumate da Gué assieme a Benny The Butcher.

Madreperla si chiude con Capa Tosta. Un pezzo che punta a quella che sembra essere una vera e propria coesistenza artistica. Il rap duro di Guè con i ritornelli d’autore dell’esordiente Napoleone, che però ha alle spalle anni da autore per Sony Music.

Dopo aver ascoltato in maniera approfondita ed averlo analizzato track by track, possiamo affermare che è un album non da tutti, mix perfetto tra il vecchio e il nuovo. Considerando soprattutto il successo che sta riscuotendo tra le varie fasce d’età, la sensazione è che siamo davanti ad un progetto destinato a rimanere.