Un token non fungibile (Non Fungible Token o NFT) è un tipo speciale di token crittografico che rappresenta l’atto di proprietà, il certificato di autenticità di un bene unico. Il bene in oggetto non ha grandi limitazioni in termini di contenuto, possono essere disegni, tweet, gif, video, tutto quello che è digitale può diventare un NFT. Sono definiti non fungibili perché non sono reciprocamente intercambiabili, come ad esempio accade con le criptovalute, sono però vendibili, come vedremo, anche a cifre molto rilevanti.
Gli NFT sono degli strumenti sviluppati a partire dalla tecnologia della Blockchain. In breve, la Blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) è una struttura dati condivisa e “immutabile”. È definita come un registro digitale le cui voci sono raggruppate in “blocchi”, concatenati in ordine cronologico e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia.
La domanda che viene spontanea è: perché sono nati gli NFT?
La prima risposta in assoluto è l’aver permesso di dare valore a ciò che prima non ne aveva alcuno. L’arte digitale e i diritti dei creator su tutti. In quanto permettono il riconoscimento di una corrente storico-artistica del nostro tempo, che parla il linguaggio tecnologico delle nuove generazioni.
Seconda risposta: il bisogno di “riconoscimento” (sociale ed economico) delle persone anche negli spazi digitali, fino ad ora non soddisfatto. Si introduce in questo modo il concetto di Metaverso che ha visto nel lancio di Meta, da parte di Facebook, l’arrivo al grande pubblico di un tema fino a pochi mesi fa sconosciuto ai più. In poche parole, un metaverso è uno spazio tridimensionale all’interno del quale persone fisiche, attraverso avatar personalizzati, possono muoversi, condividere e interagire tra loro. Lo strumento necessario per entrare in un metaverso è un visore della realtà aumentata.
Terza, ma non per importanza, riguarda il sopraggiungere della pandemia da Covid-19 che ha fermato tutto il mondo dell’arte, delle mostre, dei concerti e delle performance. Questo immobilismo ha spinto molti artisti a reinventarsi, trovando negli NFT un modo di guadagnare dal proprio lavoro anche da remoto.
Contesto, avanzamento tecnologico e necessità hanno fatto in modo che ci fosse l’esplosione degli NFT a partire dagli ultimi mesi del 2020 e una successiva impennata vertiginosa nel 2021. L’evento spartiacque si è verificato l’11 marzo 2021 con la prima asta, curata da Christie’s, dedicata ad un’opera completamente digitale del grafich designer Beeple (alias Mike Winkelmann) con “Everydays the first 5000 days”, un collage digitale di 5000 immagini, frutto di 13 anni di lavoro, vendute per 69 milioni di dollari. Altri accadimenti di un certo rilievo nel settore Token non fungibili sono stati: l’immissione nel mercato di NFT raffiguranti avatar di gattini provenienti dal gioco Cryptokitties e la vendita del primo tweet di Jack Dorsey.
La nota a pié di pagina di questa novità è che il mercato degli NFT è triplicato nell’ultimo anno fino a raggiungere il valore complessivo di 10,7 miliardi di dollari a fine 2021. I compratori sono cresciuti del 66% e i venditori del 24%.
Al momento per poter interagire con il settore dei Non Fungible Token, un brand o un creator che desiderasse creare e mettere in vendita i propri NFT deve per forza rivolgersi a due entità: la blockchain su cui minare il token, in altre parole la piattaforma che ha creato il protocollo per creare token (ad esempio Ethereum) e un marketplace, dove poterlo mettere in vendita. A sua volta, un utente interessato all’acquisto dovrà possedere un portafoglio di cripto valute e solo in seguito acquistare da un marketplace i token non fungibili di suo interesse. Il sistema non è complesso ma sicuramente richiede delle conoscenze minime del mondo cripto valute.
Gli NFT e tutto il mondo delle cripto valute non solo rappresentano un fenomeno del presente ma si proiettano verso una crescita futura consistente. Un fenomeno che sta ponendo le sue basi per un ampio sviluppo in vari ambiti e settori: un processo da cui non si tornerà indietro. Anche i legislatori lo stanno intuendo e, dopo un periodo di totale denigrazione, ora stanno cercando di capire come fissare delle regole e sventare il rischio che la bolla speculativa innescata possa esplodere con ripercussioni su tutta l’economia globale.