Il 25 maggio di ogni anno si commemora la Giornata Internazionale dei bambini scomparsi. Si tratta di una ricorrenza istituita nel 1983 per volontà delle Nazioni Unite. Il caso di cronaca che diede l’urgenza di istituire questa giornata è la sparizione del piccolo statunitense Etan Patz, rapito il 25 maggio del 1979. In seguito a questo tragico episodio, sorsero innumerevoli mobilitazioni con lo scopo di incentivare la ricerca dei minori scomparsi: associazioni, movimenti, nuove leggi di tutela e nuovi metodi di ricerca furono il risultato dell’attenzione posta verso questo massiccio fenomeno sociale. Famosa è, per esempio, la foto sui cartoni del latte, utilizzata negli Stati Uniti dalla metà degli anni Ottanta per tentare di rintracciare il bambino scomparso.
Dopo circa quarant’anni dall’istituzione di questa importantissima Giornata, il triste fenomeno della scomparsa di bambini e adolescenti non è diminuita; anzi, ha ormai dimensioni globali, e ne risente profondamente anche il continente europeo. Nemmeno la pandemia ha frenato la quantità di bambini dispersi, e i casi di fuga hanno ripreso ad aumentare non appena le misure di contenimento si sono allentate, per cui negli ultimi due anni si è rilevato un numero sempre più elevato di scomparse.
I dati risalenti all’anno 2021 sono riportati così dall’ANSA: «Secondo i dati presenti nel Ced del ministero dell’Interno, nel 2021 i minori scomparsi sono stati in totale 12.117 di cui il 3.324 italiani e 8.793 stranieri. Anche qui la percentuale dei ritrovamenti è stata del 79,27% per gli italiani e solo del 26,35% per gli stranieri. I minori italiani scomparsi sono spesso vittime di disagi familiari e relazionali come droga, debiti, cyberbullismo, adescamenti in web, casi di revenge porn. Altri casi, invece, riguardano minori vittime di contese familiari o genitoriali.»
Anche quest’anno in Italia il commissario di Governo per le persone scomparse ha reso pubblici i dati numerici relativi alle sparizioni: 2409 stranieri e 1180 italiani solo nel primo quadrimestre del 2022. Se per gli italiani la percentuale di ritrovamento è più elevata, e si parla del 72,11%, per i bambini stranieri si conta solo il 31,17% di episodi a lieto fine. Questo avviene a causa del regime di clandestinità all’interno del quale vengono introdotti nel territorio italiano e delle carenze dell’accoglienza sociosanitaria, che bisognerebbe alimentare affinché ogni bambino venga registrato, seguito, tutelato, come previsto dalla Carta dei Diritti. I minori che provengono dalle tratte mediterranee, o dalle guerre orientali, spesso arrivano senza genitori; nei casi peggiori il rischio primario è che non arrivino nemmeno a destinazione. Inoltre, essendo essi più fragili psicologicamente sono soggetti frequentemente a rapimenti organizzati dai trafficanti illegali di bambini.
Il presidente del Telefono Azzurro Ernesto Caffo ha lanciato un allarme circa questa situazione, chiedendo di «attuare strategie di cooperazione a livello nazionale e internazionale, creando una vera e propria rete europea coordinata per assicurare ai minori le garanzie e il supporto dovuti.». Particolare attenzione, ad esempio, ha riposto verso i minori che fuggono dalla guerra russo-ucraina.
Per richiamare l’attenzione dei cittadini italiani e delle istituzioni preventive circa la scomparsa dei minori, è stata promossa una campagna di sensibilizzazione: essa ha lo scopo di incentivare il contrasto del problema sociale e di stimolare una risposta più attiva da parte delle apposite organizzazioni. Lo spot realizzato contiene anche informazioni su come agire tempestivamente in caso di scomparsa. Cosa bisognerebbe fare in tal caso?
- Comunicarlo il prima possibile alle autorità competenti;
- Telefonare al numero unico d’emergenza italiano 112 o 114 (emergenza infanzia);
- Telefonare al numero d’emergenza europeo per minori scomparsi 116 000.
La campagna è stata pubblicizzata tramite le reti tv RAI, i profili social del Dipartimento per le politiche della famiglia e sui siti web delle amministrazioni coinvolte.